In occasione della cosiddetta “Delibera a produrre”, l’auto, aggiornata all’ultima modifica, fu presentata al Direttore Generale ed Amministratore Delegato, ing. Ghidella, che noi affettuosamente chiamavamo “il divino”. Ovviamente non era la prima presentazione, ma era quella “definitiva”. Dopo attento esame, la provò insieme con il Direttore Tecnico, ing. Paolo Scolari, e ne furono entrambi soddisfatti. La prova venne effettuata a La Mandria, sul cosiddetto “mistino veloce”, ove per confronto la ripeterono con prestigiosa vettura di blasonata concorrenza, e tale vettura si ribaltò: è improprio dire che ne uscirono ancor più contenti.
Superato il contrattempo, proprio l’ing. Ghidella si rese conto che la caratterizzazione estetico funzionale della vettura era scarsa: la doppia marmitta posteriore, due sottili strisce colorate incollate sul fianco. E davanti? Per il davanti Ghidella ebbe un’idea geniale: il doppio faro! Che aveva già caratterizzato la maggior parte delle vetture potenti e sportiveggianti, e quindi come tale veniva percepito; ma fu mal accolto dal designer della prima Delta, Giugiaro, che non vi riconosceva più la sua creatura, la scatoletta minimalista.
L’idea fu geniale perché all’epoca le auto avevano quasi tutte un faro solo, in genere rettangolare, quindi il doppio faro tondo assicurava riconoscibilità ed alzava il livello della vettura.
Nella presentazione successiva il doppio faro c’era, ma anche il conto: “Interferisce con il filtro olio, occorre un investimento di mezzo miliardo”. “Inventate qualcosa di più economico”, fu la risposta.
In effetti fu inventato: un filtro più piccolo, che non dette mai problemi, e permase nelle ricche versioni successive.
Durante la presentazione Ghidella fu contento praticamente di tutto, unico difetto: non c’è l’ABS! Perché non c’è l’ABS? domandò. “Perché non abbiamo avuto il tempo di pensarci!” rispose qualcuno. “Per la Presentazione ai Giornalisti trovate una motivazione migliore”.
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